RIFERIMENTI

PER PREVENZIONE E TERAPIA

PROSTATITI-COXALGIE-EMORROIDI-SCOLIOSI-CIFOSI-

LORDOSI LOMBARI / CERVICALI-DOLORI LOMBARI

1) CONSIGLI PRATICI SULLA POSTURA PER GLI UTILIZZATORI DEL COMPUTER
FONTE INAIL- "LA SEDUTA" DEI VIDEOTERMINALI D. LGS 81/2008 www.inail.it

2) ODONTOIATRI / DISTURBI SCHELETRO-MUSCOLARI DA POSTURA DI LAVORO
FONTE -STATISTICHE COMUNITA’ EUROPEA " SU ODONTOIATRI "
Il 65% soffre di DISTURBI SCHELETRO – MUSCOLARI

3) VESTIBOLITE VULVARE: CONOSCERLA PER EVITARE IL DOLORE
FONTE -http://www.esseredonnaonline.it - a cura di Minnie Luongo (28/05/2013)

4) DATI SULLE MALATTIE DA GUIDA DEI VEICOLI
FONTE – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TRIESTE
F.RONCHESE, M.BOVENZI – Dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche e della Salute – Unita’ Clinica Operativa di Medicina del Lavoro

 

PUNTO 1

VIDEOTERMINALI   D.  LGS    81 /2008

 e) Sedile di lavoro.

Il sedile di lavoro deve essere stabile e permettere all'utilizzatore libertà nei movimenti, nonché una posizione comoda. Il sedile deve avere altezza regolabile in maniera indipendente dallo schienale e dimensioni della seduta adeguate alle caratteristiche antropometriche dell’utilizzatore.

Lo schienale deve fornire un adeguato supporto alla regione dorso-lombare dell’utente. Pertanto deve essere adeguato alle caratteristiche antropometriche dell’utilizzatore e deve avere altezza e inclinazione regolabile. Nell’ambito di tali regolazioni l’utilizzatore dovrà poter fissare lo schienale nella posizione selezionata.

Lo schienale e la seduta devono avere bordi smussati. I materiali devono presentare un livello di permeabilità tali da non compromettere il comfort dell’utente e pulibili.

Il sedile deve essere dotato di un meccanismo girevole per facilitare i cambi di posizione e deve poter essere spostato agevolmente secondo le necessità dell’utilizzatore.

Un poggiapiedi sarà messo a disposizione di coloro che lo desiderino per far assumere una postura adeguata agli arti inferiori. Il poggiapiedi non deve spostarsi involontariamente durante il suo uso.

 

PUNTO 3

Vestibolite vulvare: conoscerla per evitare il dolore

Vestibolite vulvare: alzino la mano le donne che sanno esattamente di che cosa stiamo per parlare. La scarsa conoscenza, che rasenta spesso una vera e propria ignoranza circa questo argomento, ci viene confermata dall’esperienza quotidiana della professoressa Rossella Nappi, Clinica Ostetrica e Ginecologica, IRCCS Policlinico San Matteo, Università degli Studi di Pavia.

Professoressa Nappi, cominciamo proprio da questa scarsa conoscenza di sé.
Pochi anni fa, in un campione di 761 donne italiane intervistate nell’ambito di un’indagine internazionale sulle attitudini, la percezione e le conoscenze relative all’organo genitale femminile , è emerso chiaramente che circa la metà di esse considera la vagina la parte del corpo meno conosciuta, e soltanto un quarto si reputa sufficientemente informata. Se la quasi totalità delle donne interpellate (96%) vorrebbe saperne di più, l’85% ritiene che una miglior conoscenza dei propri genitali possa migliorare la soddisfazione sessuale. Del resto, questo dato è stato recentemente confermato, in modo indiretto, da una ricerca condotta su un campione di giovani donne tra i 18 e i 24 anni, che ha evidenziato come abitudini igieniche scorrette, incertezza sull’aspetto della propria vagina, dolore durante l’inserimento dell’assorbente interno – spesso connesso al disagio di toccarsi le parti intime – siano fattori associati alla percezione dolorosa del rapporto sessuale. Ed è proprio in questa fascia di età che appare più urgente sfatare alcuni falsi luoghi comuni, spiegando come, sotto il profilo genitale, non esista una donna uguale all’altra: l’importante è che ciascuna di loro impari a conoscersi. E noi ginecologi siamo più che disponibili ad aiutarle, ovviamente.

Torniamo ora alla vestibolite vulvare: di che cosa si tratta?
Con la definizione di vestibolite vulvare s’intende l’infiammazione della mucosa del vestibolo della vagina, ossia dei tessuti posti all’entrata della vagina.
Il vestibolo è importantissimo, perché dal suo benessere dipende anche la felicità di coppia: quando è infiammato, la penetrazione (soprattutto all’inizio del rapporto) può essere dolorosa e difficoltosa. E rovinare le emozioni della “prima volta”…. Se una ragazza ha deciso che il suo ragazzo è quello giusto per fare il grande passo, io dico sempre che c’è un metodo semplice per capire se potrebbe avere problemi: la difficoltà nell’uso dei tamponi interni. Gli studi lo confermano: le donne che non riescono a utilizzarli sono le stesse che hanno paura della visita ginecologica e soffrono per rapporti sessuali dolorosi. La ragione? L’entrata vaginale è “stretta” a causa dell’iperattività del muscolo elevatore dell’ano che circonda la vagina. Normalmente questo muscolo ha piccole contrazioni involontarie che servono per sostenere i visceri. Se la frequenza e l’intensità delle contrazioni aumentano, il muscolo elevatore restringe le strutture che circonda: la vagina, e ciò causa dolore ai rapporti; l’ano, provocando stitichezza; e l’uretra, favorendo le cistiti. Questa contrazione può dare la sensazione di una minore apertura dell’entrata vaginale: ecco perché la difficoltà a usare i tamponi può indicare un maggior rischio di avere poi difficoltà alla penetrazione. L’iperattività del muscolo elevatore favorisce le micro abrasioni durante il rapporto sessuale. Ciò può predisporre alla vestibolite vulvare, un’infiammazione cronica dell’entrata vaginale, ma il ginecologo è il primo a saper la terapia comportamentale corretta per rilassare questo muscolo.

Dr.ssa Nappi, come riconoscere attraverso i sintomi una vestibolite vulvare?
I sintomi dell’infiammazione sono vari e, spesso,  simili a quelli della cistite (fastidio che tutte noi donne, almeno una volta nella vita, abbiamo provato). Questo può portare a non riconoscere immediatamente la vestibolite.  I sintomi più frequenti sono:

  • dolore al momento della penetrazione (dispareunia; spesso questo rende impossibile il rapporto sessuale;
  • bruciore localizzato (sensazione che può acuirsi dopo un rapporto sessuale);
  • arrossamento della mucosa della vulva all’interno delle piccole labbra;
  • diminuzione, o addirittura assenza, di lubrificazione vaginale.
Che cosa può scatenare la vestibolite?
a cura della Redazione
 

All’origine del problema possono esserci fattori di diversa natura:

  • Infiammazioni ripetute (candida, escherichia coli, herpes, clamidia, gardnerella), che possono provocare l’iperattivazione del mastocita, cellula di difesa che produce sostanze che provocano rossore, bruciore, dolore alla pressione;
  • Microlesioni localizzate della mucosa del vestibolo vaginale in seguito a rapporti sessuali; dispareunia.
  • Fattori “chimici” (detergenti intimi troppo aggressivi, utilizzo di prodotti locali irritanti, incontinenza ed enuresi che causano un continuo contatto del vestibolo con l’urina);
  • Cause ormonali (calo di estrogeni);
  • Stress

Forse non tutte sanno che….

la sintomatologia tende ad accentuarsi nel periodo premestruale!

 

La terapia
a cura della Redazione
 

Ginecologo, urologo, neurologo, dietologo, sessuologo e neurologo: sono molte le figure che andrebbero coinvolte per individuare la terapia più appropriata e il più possibile personalizzata. Perché risolvere il problema della vestibolite vulvare – sebbene possa richiedere anche diversi mesi di terapia – è possibile.

In aggiunta alla terapia farmacologica che il medico riterrà più opportuna, possono essere d’aiuto:

  • tecniche di riabilitazione del pavimento pelvico (il rilassamento di questa muscolatura  aiuta a migliorare le condizioni del tessuto vulvare e vaginale);
  • supporto psicologico
  • dieta: l’efficacia terapeutica dell’alimentazione è molto soggettiva. Per tutte può essere però d’aiuto  bere molto. 
  • terapie alternative: agopuntura, massaggi, manipolazioni, tecniche di rilassamento.

Qualunque sia la strada che si sceglierà di intraprendere, per tutte valgono queste regole d’oro:

  1. Scegliere intimo di cotone bianco. Evitare il perizoma;
  2. Non indossare pantaloni attillati, collant, body
  3. Utilizzare detergenti intimi molto delicati
  4. Importante  la scelta di assorbenti in cotone, traspiranti e ipoallergenici 
  5. Evitare attività quali bicicletta, spinning, cyclette, equitazione

 

PUNTO 4

"Rischi e malattie nei lavoratori del settore dei trasporti di merci e persone"

http://www.puntosicuro.info/documenti/documenti/130619_Gimle_rischi_traporti.pdf

Patologie dell’apparato muscolo-scheletrico

Patologie dell’apparato genito-urinario

La relazione tra lavoro di guida di automezzi, siano essi macchine industriali e agricole o veicoli di trasporto, e disturbi/patologie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico è ben documentata da lungo tempo17, 18, 19, 20. Diversi studi clinico-epidemiologici hanno rilevato un eccesso di occorrenza di disturbi/patologie del tratto cervicale e lombare del rachide in autisti professionisti rispetto a gruppi di controllo o alla popolazione generale. Uno dei limiti di questi studi è che si tratta prevalentemente di indagini trasversali, mentre scarsi sono gli studi epidemiologici con disegno longitudinale. Nella Tabella II sono riportati alcuni degli studi più significativi eseguiti su autisti di automezzi per il trasporto di merci e persone.

Nel 1991, Johanning 21 ha evidenziato una maggior prevalenza di disturbi lombari aspecifici in operatori ferroviari rispetto a un gruppo di controllo (56% vs 36%). Nei ferrovieri, inoltre, è stato riscontrato un eccesso di prevalenza di sciatalgia (23% vs 7%), cui corrispondeva un OR di 3.9 (IC 95% 1.7-8.6). Prevalenze ancora più elevate sono state riportate da Anderson22: circa l’80,5% di autisti di autobus riferiva cervico-lombalgie contro il 50.7% dei controlli. Magnusson et al.23, confrontando un gruppo di autisti statunitensi di autobus con un gruppo di controllo di lavoratori sedentari, hanno rilevato differenze significative sia per lombalgie (81% vs 42% (p <0.001)) che per cervicalgie (53% vs 38% (p <0.002)) e brachialgie (42% vs 15% (p <0.01)).

Indagini svolte in anni più recenti tendono a confermare un eccesso di rischio per lombalgie negli autisti professionisti. Nel 2005, Hoy et al. 24, indagando una popolazione di conducenti di carrelli elevatori, hanno riportato una prevalenza di lombalgia quasi doppia rispetto al gruppo di controllo (65% vs 34.8%), cui corrispondeva un OR di 3.5 (IC 95% 1.04–11.8). Anche l’intensità del dolore lombare era significativamente maggiore nei carrellisti rispetto ai controlli (44% vs 22%). Tra i conducenti di camion, Andrusaitis et al.25 hanno riscontrato una prevalenza di lombalgie del 59%, dato quest’ultimo sovrapponibile a quello rilevato da Okunribido et al.26 all’interno di una coorte di autisti di autobus (59%). La prevalenza di sintomi lombari era associata alla durata di guida espressa in ore (OR 1.07; IC 95% 1.01-1.13)25, confermando quanto già riportato in altri studi della letteratura su una coorte di tassisti di area urbana27.

Aumentate prevalenze di disturbi muscolo-scheletrici agli arti superiori e inferiori sono state associate con l’attività di guida28, 29: i disturbi più frequentemente riportati erano localizzati a livello di anca-coscia (22.2%) e ginocchia (29.3%) per gli arti inferiori, e a livello di gomito (10.8%) e braccia (17.5%) per gli arti superiori. La maggioranza degli autisti che lamentavano tali disturbi li associava alla tipologia di guida e alle caratteristiche ergonomiche della postazione di lavoro. I fattori ergonomici associati all'insorgenza di disturbi muscolo-scheletrici, localizzati sia a livello lombare sia a livello di arti superiori, sono risultati essere la presenza di sedili scomodi (OR 2.2; IC 95% 1.2-4.3), l’insufficiente supporto lombare (OR 2.3; IC 95% 1.2-4.2) e le caratteristiche del volante (OR 2.2; IC 95% 1.1-4.5)29. Altro fattore rilevante era rappresentato dai frequenti movimenti di flessione/torsione durante l’attività di guida (OR 1.86; IC 95% 1.15–2.99)27.

Numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato che l’eccesso di rischio per lombalgie e altri disturbi muscolo-scheletrici (cervicalgie, brachialgie e gonalgie) negli autisti professionisti sono associati all’anzianità di guida30, 31, alla magnitudo e alla durata dell’esposizione a vibrazioni trasmesse a tutto il corpo (whole body vibration, WBV)32, nonché, come sopramenzionato, all’assunzione di posture incongrue31. Una meta-analisi degli studi epidemiologici sulle patologie muscolo-scheletriche negli autisti professionisti ha evidenziato significative associazioni tra esposizione a WBV e insorgenza di lombalgia, sciatalgia e degenerazione precoce, non legata all’età, della colonna vertebrale33. Alcuni studi hanno anche rilevato un eccesso di prevalenza per spondilolistesi e più elevati tassi di ospedalizzazione34 per discopatia cervicale e lombare in autisti professionisti rispetto alla popolazione generale. Tali affezioni erano significativamente associate con l’anzianità di guida (OR 3.4; IC 95% 1.1 - 10.7, per anzianità lavorativa > 15 anni vs < 5 anni)30.

Come le patologie vascolari, anche quelle muscolo-scheletriche, in particolare a carico del rachide, hanno un’origine multifattoriale. Oltre all’esposizione a WBV e a fattori ergonomici sfavorevoli, è stato segnalato il contributo dello stress lavoro-correlato e l’intervento di fattori psicosociali avversi. E’ stato osservato che l’occorrenza di disturbi/patologie del rachide lombare risulta associata a condizioni di traffico pesante (OR 1.8; IC 95% 1.2–2.7)35, e a limitazione del tempo libero oltre il turno di lavoro (OR 1.6; IC 95% 1.0–2.6)35. Il ruolo dei fattori psicosociali sul posto di lavoro, quali i "job demand-control", "job support" e "job satisfaction" della terminologia anglosassone, è tuttora oggetto di dibattito in quanto vari studi epidemiologici e meta-analisi di dati della letteratura offrono una interpretazione non-univoca del loro contributo all’etiopatogenesi dei disturbi/patologie muscolo-scheletriche negli autisti p Patologie dell’apparato genito-urinario

In letteratura, vi sono segnalazioni di una aumentata prevalenza di disturbi dell’apparato genito-urinario associati con l’attività di guida, con particolare riferimento all’esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo intero (WBV). Un report del NIOSH42 ha segnalato un eccesso significativo di generici "disturbi degli organi genitali maschili" (tra cui prostatite) in 1448 autisti di pullman rispetto a un gruppo di controllo. Anomalie della spermiogenesi e della fertilità in generale sono state anche riportate in autisti professionisti43, 44, 45. Il possibile ruolo causale dell'esposizione Prolungata a WBV nella genesi di questi disturbi genito-urinari non è ben chiarito data la presenza di diversi fattori di confondimento, quali l’età dei soggetti, la postura seduta prolungata, e la presenza di comorbidità.

Tabella II. Studi epidemiologici sulle patologie muscolo-scheletriche nei lavoratori del settore dei trasporti.

Autore/i (anno)ref.

Coorte/esposti/controlli

Disegno dello studio

Eventi

[POR/SHR/OR (IC 95%)]

Johanning (1991)21 492 autisti di metropolitana

92 controllori traffico

Studio trasversale

Lombalgie: 56% (autisti) vs 36% (controlli)

Sciatica: 23% (autisti) vs 7% (controlli)

POR: 3.9 (1.7-8.6)

Anderson (1992)22 130 autisti di autobus

65 controlli

Studio trasversale

Cervico-lombalgie: 80.5% autisti vs 50.7% controlli
Dolore di grado medio: 53.9% autisti vs 29.9% controlli
Dolore di grado severo: 10.2% autisti vs 9.0% controlli
Bovenzi & Zadini

(1992)32

234 autisti di autobus urbani

125 controlli-manutentori

Studio trasversale

Lombalgie aspecifiche: 36.3% autisti vs 15.2% controlli

POR: 2.80 (1.58-4.95)

Lombalgia acuta: 39.3% autisti vs 29.6% controlli, POR:1.89 (1.16-3.11)

Sciatalgia: 33.8% autisti vs 24.8% controlli, POR: 1.79 (1.08-2.98)

Ernia discale lombare: 8.1% autisti vs 7.2 controlli, POR: 1.28 (0.55-2.99)

Magnusson et al. (1996)23 131 autisti di autobus

137 lavoratori sedentari

Studio trasversale

Lombalgie: 81% autisti vs 42% controlli (p<0.001)

Cervicalgie: 53% autisti vs 36% controlli (p<0.002)

Brachialgie: 42% autisti vs 15% controlli (p<0.01)

Chen et al. (2004)30
1242 tassisti

Studio trasversale

Spondilolistesi acquisita: 3.2%
Anni di guida > 15 anni vs < 5 anni: OR 3.4 (1.1 - 10.7)
Hoy et al. (2005)24 23 autisti di carrelli elevatori

23 controlli

Studio trasversale

LBP (12 mesi): 65.2% autisti vs 34.8% controlli, OR 3.5 (1.04–11.8)
LBP severo: 44% autisti vs 22% controlli
Chen et al. (2005)27 1242 tassisti area urbana

Altri autisti (registro nazionale)

Studio trasversale

LBP (12 mesi): 51% tassisti vs 33% altri di autisti, (p < 0.001)
POR: 1.85 (1.03–3.31) per 8-10 ore di guida
POR: 2.08 (1.16–3.74) per > 10 ore di guida
Flessione/torsione durante la guida: POR 1.86 (1.15–2.99)
Andrusaitis et al. (2006)25 410 camionisti con > 1 anno di anzianità lavorativa alla guida

Studio trasversale

LBP (12 mesi): 59%
OR: 1.07 (1.01-1.13) per ora di guida
Okunribido et al. (2007)26 80 autisti di autobus

Studio trasversale

LBP (12 mesi): 59.0%
Tamrin et al. (2007)28 760 autisti di bus

Studio trasversale

Prevalenza di disturbi muscolo-scheletrici:
Collo: 51.6%; Spalle: 35.4%; Gomiti 10.8%; Braccia 17.5%;

Rachide dorsale 40.7%; Rachide lombare 60.4%;
Anche-Cosce 22.2%; Ginocchia 29.3%; Gambe 29.1%

Grace et al. (2007)31 481 autisti di bus

Studio trasversale

LBP (12 mesi): 60%; Cervicalgie: 50%; Brachialgie: 46%
OR: 3.71 (2.40-5.74) per postura seduta prolungata

OR: 1.56 (1.06-2.30) per associazione cervicalgia vs ergonomia della guida

OR: 2.21 (1.49-3.26) per associazione brachialgia vs ergonomia della guida
OR: 2.48 (1.37-4.49) per brachialgia con > 16 anni di guida

Disturbi apparato muscolo-scheletrico (DMS): SHR 119 (114-125)

Camionisti a lungo raggio

Camionisti

Autisti di autobus

DMS 104 (95-114)

97 (93-100)

114 (109-121)

Discopatie

142 (112-176)

110 (100-121)

131 (114-150)

Dorsopatie

133 (114-155)

109 (102-116)

141 (129-154)

Alperovitch-Najenson et al. (2010)29 384 autisti di autobus Studio trasversale Prevalenza di dolore (12 mesi):
Collo: 21.2%; Spalla: 14.7%; Gomito: 3.0%; Polso: 3.0%

OR: 2.2 (1.2-4.3) per cervicalgie vs sedili scomodi

OR: 2.3 (1.2-4.2) per cervicalgie vs insufficiente supporto lombare

OR: 2.2 (1.1-4.5) per cervicalgie vs ergonomia del volante

LBP

Non-LBP

OR (IC 95%)

Sedili non ergonomici

20.7%

9.1%

2.6 (1.4–5.0)

Insuff.supporto lombare

25.0%

11.7%

2.5 (1.4–4.5)

Traffico elevato

60.5%

45.7%

1.8 (1.2–2.7)

LBP: low back pain; POR: prevalence odds ratio; OR: odds ratio; SHR: standardized hospitalization ratio

 

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